Erano i giorni dei Doors, degli Stones, dei Birds, dei The Who, dei Beatles, dei Deep Purple e dei Moody Blues. C’era un’atmosfera viva, sebbene tutto sembrasse già appollaiato sull’orlo del precipizio in attesa di una spinta. La ‘ragazza di Ipanema‘ nel 1963/1982 sta ancora camminando sulla spiaggia rovente. Sicché anche l’ultimo dei dischi non viene consumato, lei continua a camminare senza mai fermarsi…
[1]«A volte il fato è come una piccola tempesta di sabbia che continua a cambiare direzione. Tu cambi direzione, ma la tempesta ti insegue. Svolti, ma la tempesta si adegua. Continui a fare questo gioco, come un sinistro ballo con la morte subito prima dell’alba. Perchè? Perchè la tempesta non è qualcosa arrivato da lontano, senza aver nulla a che fare con te. La tempesta sei te. Qualcosa dentro di te. Tutto ciò che puoi fare è lasciarti andare, entrare dentro la tempesta, chiudere gli occhi e tapparti le orecchie affinchè la sabbia non entri e attraversarla, passo dopo passo. Non c’è sole, nè luna, nè direzione, nè senso del tempo. Solo fine e bianca sabbia che turbina verso il cielo come ossa polverizzate. Questo è il tipo di tempesta di sabbia che hai bisogno di immaginare.» [/1]
La luna illumina una lucertola dormiente
Pesciolini piovono del cielo
Kafka siede su una sedia, sulla riva
Pensando al pendolo che muove il mondo
Sembra, quando il cuor ti si chiude
L’ombra dell’immobile sfinge
Diviene come lama, che il tuo sogno rimembra
Le dita della dolce annegata
Cercano la porta d’entrata, che s’apriva
Alzando il lembo dell’azzurra veste
Lei Guarda
Kafka sulla riva
Per il resto il pianeta non è cambiato granché. Il Fantasma Rosso, tuttora bello e splendente alla luce dell’alba, soffia sull’oceano. Le foreste sono sempre lì e vi si aggirano ancora i gatti delle rocce.
Ma il vortice, urla o ruggisce?
[1] Kafka sulla spiaggia, Haruki Murakami, 2013, Ed. Einaudi
Nell’aria, le note di Gabriella Cilmi, Sweet about me
© Tutti i diritti riservati
che dire…
quamdo si arriva qui…tutte queste immagini, queste frasi…ti avvolgono di sensazioni intriganti…ci sente leggeri insomma…e ci si incammnina tranquilli di avere sempre un qualcosa che affascina…
come questo testo…un puzzle…
dove c’è inquietudine…di ricerca…di curiosità…
è il motore della vita…
la tempesta..siamo noi…
un abbraccio
Lorenzo
oppalà…
atterrato…
miii…
neanche il tempo di entrare che mi salti addosso…?
Le dita nella dolce annegata
Alzando il lembo dell’azzurra veste
Cercano la porta d’entrata, che s’apriva
Io Guardo…
Non è meglio così?
dal mio punto di “vista” si
firulì firulà
pregasi di non chiedere cos’è
“la dolce annegata”
Son pur sempre un angelo…
:p
kafka sulla spiaggia…
più lucertola al sole…
un beetle…(scarafaggio)
Buon finesettimana ^^
P.S.: non ricordo se il commesso commise il fatto… in ogni caso.. smack per il pensiero avuto 😉
Non è forse Cenere la Passione
una volta consumata? Solo stringiamo
fra le mani polvere, polvere che il Tempo
porta lontano, in alto fra le nuvole
dove Marilyn dorme da sempre
nel grembo d’una tempesta senza fine
Arde questa confessione tra la prostata
e il miele ancora a venire, quando
e dove e con chi non si sa, mai
🙂
Beppe
Lulù, Kafka è morto povero e vergine
nel suo Castello, torturato
da un topo affamato e da una cartella
piena di sogni a perdere
Kafka odiava la carnalità, odiava sé stesso
Era così morto, così morto, per Dio!
In piscina si odiava e odiava quel padre
che lo costringeva a denudarsi
Lo Scarafaggio odiava l’animalità
Se solo avesse potuto avrebbe messo
al rogo ogni uomo e ogni donna amanti
Era uno scarafaggio, un cattivo ebreo
che non trovò mai il coraggio di dichiararsi
a quell’amore di denti e di capsule bene in vista
Felice, Grete, Milena, Dora, e non una
godette del suo sacro fallo, nemmeno una volta
Dio, si può essere così tanto morti
prima di venire al mondo tra urla di sabbie mobili
e metri e metri cubi di arie di tubercolosi?
Dora lo tenne a sé con la bocca che non parlava più,
che non mangiava più, che non respirava più
Dora ebbe questo, soltanto questo,
la considerazione per un ebraismo originale
e doloroso, più doloroso d’una morte per Processo
Beppe
Una vacanza in topless, in un posto dove non ti conosce nessuno. Questo ci vorrebbe..
Karamellina, visto che il Porcello Kinglear Vampiro l’ho messo in primo piano com’era giusto che fosse? ^____^ O amore, amore, amore… sono proprio il tuo maialino preferito, lo sco che ti piace coccolarmi e sculacciarmi. Sei così bimba, così tanto bimba e così femmina, per la Maddalena! :-***
Ci vieni a Paris con me? ;-)))
Ma quanto ti voglio, quanto non lo sai: sono tutto un bollore dentro…
Smaaaackkk
Il tuo Maschiaccio Maiale Kinglear ;-)))
A Parigi io e te
Bimba, giù in paese lo sanno tutte
che sono un maiale e un porco di nome
e di fatto, che non ama d’esser sfrattato
Bimba, nessuno dubita che non ho freni
di fronte a un bel paio di tette grosse
Bimba, sei una bimba così tanto donna
e non te ne rendi conto, ma io mi gonfio
d’amore al sol guardarti nella scollatura
Bimba, sono un maiale, so che ti piacerò
Le mutandine non le mettere, mettile invece
bene in vista nel taschino della mia giacca,
e andiamo al bar Gino a farci ammirare,
a farci tirare chiacchierare dalle beghine
che non l’hanno mai fatto in confessionale
né in nessun altro dove
Bimba, che dici, andiamo a Parigi?
Non ti mettere come un’oca, ti sono accanto:
di che altro hai bisogno? forse d’un noir?
Non hai bisogno di altro ornamento, credimi
Butta quel libro triste, tanto si sa che finisce…
che finisce male, tutti morti ammazzati
Bimba, lascia sulla sedia la tristezza e andiamo,
andiamo lontano da qui, dalle solite chiacchiere
Andiamo a braccetto a Parigi sui boulevards
Andiamo a farci ritrarre in una cartolina
bagnati dall’argento della Luna e baciati
per sempre dalla maledizione di Rimbaud
Bimba, accompagnati al mio braccio
Sono un maiale e un porco di nome
e di fatto; è per questo che ti piaccio
più a lungo di chiunque altro ci abbia
mai provato a strapparti dalla monotonia
Bimba, nessuno dubita che non ho freni
di fronte a un bel paio di tette scoperte
Bimba, sei una bimba così tanto maiala
e non te ne rendi conto, ma a me si gonfia
in petto il core e nella patta il canarino
quando ti guardo dritto negli occhi
Bimba, non ci pensare, andiamo a Parigi
Andiamo a Parigi, a Parigi a farci vedere
beh…il commento che volevo lasciare io è “leggermente” diverso dagli altri…..soprattutto dall’ultimo!
per te…….:
Nel manto vellutato che l’avvolgeva poteva intravedere l’eterno e poteva chiudere gli occhi senza paura di riaprirli …
Kafka sulla spiaggia. Libro immenso!