{al ragazzo dagli occhi castani, rievocando certe vecchie leggende sazie di luce, ove la vita incalza.}
Come la magnifica storia di un re un po’ sghembo al quale chiedono, per penitenza, di scendere nella Senna e riportare un vaso colmo d’acqua, ma poiché aveva più l’aria di un pellegrino, avvolto nei suoi larghi jeans comodi comodi, lui scese comunque verso gli argini, con attenzione, guardandosi intorno; e mentre scendeva pensava, grondando sudore, a quel che avrebbe potuto desiderare in cuor suo.
Ma se aveva l’abitudine di camminare con la testa per aria, non poteva che scorgere milioni di raggi, sospesi lassù, tutt’intorno le frasche di mandorli e peschi, così rosse da sembrare linguette di fuoco e le foglie dei platani di un rosso amaranto; bisognerebbe ammirarne la luce da sotto, quando le illumina un piccolo cerchio di luce, sembrano frammenti di marmi venati. In fondo è bello vivere tutt’intorno questo dialogo di colori che via via va scorciandosi, come i jeans comodi comodi.
Lei è sensibile ai brividi della luce, così mille colori, ora vivi ora spenti, traspaiono dall’ammasso di cielo. Sorridendo si offre, bellissima, lucida e bruna.Accade poi che Lui, giunte le mani, tornerà a raccogliere l’acqua, goccia a goccia. Avvicinerà la coppa alle labbra di Lei, abbandonata ormai alle sue scapricciate letture, mentre la sonorità del giorno palpita sopra le sue dita.
Lei, sotto una distesa di sole, immersa in una quiete senza storia o che di storie ne potrebbe raccontare tante, nascosta in un segreto respiro, non può che risplendere nelle sue p(r)ose. Colori su carta stropicciata dal vento a forma di …Lui.
Lui ha i suoi segreti. Lui è i suoi segreti. Loro attraversano il cielo e il tempo, sono nascosti eppure da vicino diresti che sono perfettamente disposti, in ordine alfabetico. Iniziano con una A. ( lei s’identifica, d’istinto).
Chissà a quale città si ispira ogni volta, e se un vezzoso raggio che si posa fra i sassi, anch’ essi di ghiaccio, dovesse scoprirla? I sensi tacciono, un’altra storia affiora.
Immersa e perplessa, dinnanzi all’andirivieni di una piccola folla in miniatura(dei granchietti). E da dove saranno venuti anch’essi!? …troppo piccoli perchè possano arrivare a distingere il piede inesorabile che passando sulla sabbia cancella il ricordo, cosi come noi vediamo ciò che ci sta sopra ed è più lontano, troppo grande perchè si possa arrivare e distinguerlo (come chi ha la facoltà di girare, senza bisogno di muovere l’altro, potendo guardare a suo piacere gli uni in basso e l’altrove, in alto).
Arrivasti in un monotono giorno di Novembre, che ingoiava il paesaggio in un fumo di nuvole e nebbia. Non appena ti ho visto, baby, ho fatto ritorno con te, là, da dove sono venuta. Il tempo è fermo qui dentro e sa di eternità.
Fu proprio allora che non disse nulla [e si andavi, andavi] fino a vederlo scomparire, con un sorriso di sollievo, in mezzo alla folla, e così vivere dentro il lume di tutto il pallido oro con il quale l’ estate paga i debiti dell’anno. E quei riccioli continuano a farmi pensare ai nostri capricci visti sotto un’altra luce, affatto mediocre.
In copertina, Tutti i diritti riservati © Joshua Weinberg
:)))
Anche io e te iniziamo con una A, lassù, da qualche parte..
anche l’amore inizia con la A…
cullami ancora…
ricciolino e capriccioso
ti abbraccio
Passo per un abbraccio con la A maiuscola.
Semplicemente… magica!!
Eccola…anzi…eccomi carissima!!!
I miei silenzi sono stati troppo rumorosi ma adesso è giunto il momento di mettere il silenziatore e di parlare sottovoce.
Immersa e perplessa.